Cari Amici e Sostenitori di Mosaico Euroafricano,

Antonietta, Sabrina ed Eugenio, miei carissimi amici da lungo tempo sostenitori dell’Associazione, desiderano raccontare la loro esperienza estiva presso il centro d’accoglienza per bambini bisognosi Paolo Zanichelli’s Children’s Home.

All’inizio di luglio nel Kalahari arriva l’inverno, e la prima preoccupazione di Cecilia è che i bambini siano vestiti in modo adeguato. Per questo motivo siamo arrivati dall’Italia con valigie cariche di maglioncini, berretti di lana e scarponcini invernali donati dagli amici di Verucchio (RN) e dintorni, che abbiamo provveduto a distribuire subito ai bambini, preparando per ciascuno di loro il proprio corredo invernale. Fin da subito i bambini ci hanno trasmesso una grande armonia e, allo stesso tempo, abbiamo percepito i grandi progressi fatti dalla nostra ultima visita di due anni fa.
Il personale, infatti, ci è apparso molto motivato e competente nel lavoro che svolge per quanto riguarda l’istruzione scolastica e l’educazione dei bambini, dai quali pretende anche una certa disciplina. Inoltre, il Centro è tenuto in maniera ineccepibile: la cucina, le aule e l’infermeria sono ben pulite e funzionanti. Ogni mattina l’infermiera fa il giro delle aule per vedere se qualcuno ha bisogno delle sue cure, nel qual caso lo conduce all’infermeria: qui fornisce le cure dovute e, se dovesse ritenere necessaria la visita di un medico, si consulta con Cecilia, la quale organizza il trasporto verso l’ospedale di Ghanzi.

Tuttavia, la cosa di gran lunga migliore che abbiamo potuto constatare è che, benché questi bambini non vivano in un’isola felice, lontano dalla realtà – poiché la sera tornano al loro piccolo, povero villaggio – qui al Centro Paolo Zanichelli’s Children’s Home sono accuditi con lo stesso affetto e le stesse attenzioni che si meritano tutti i bambini del mondo e vivono giornate serene e spensierate.
Uno dei momenti più divertenti è la ricreazione: facendo un grande chiasso i bambini escono dalle loro aule e giocano con tutto quello che c’è a disposizione. Un altro momento unico e davvero divertente è stata la rappresentazione teatrale: i bambini hanno messo in scena un ospedale con alcuni pazienti feriti ed altri in visita medica, mentre il bambino che recitava nel ruolo di medico faceva punture a destra e sinistra, con sua grande soddisfazione e divertimento.
Non possiamo dimenticare la visita a D’Kar, il villaggio da dove provengono i bambini di cui il Centro si prende cura. E anche qui abbiamo potuto constatare qualche piccolo miglioramento: alcuni familiari vivono in migliori condizioni igieniche, mandano i bambini a scuola regolarmente e iniziano a comprendere l’importanza dell’occuparsi maggiormente dei propri figli. Tuttavia, c’è ancora tanta strada da fare mentre l’alcolismo e le malattie continuano a essere problemi enormi.
Siamo tornati in Italia fiduciosi e con la consapevolezza che se almeno alcuni di questi bambini potranno avere un futuro migliore, allora il nostro non sarà stato un impegno inutile. Questo è un progetto serio, meraviglioso e indispensabile che merita l’impegno e l’aiuto di tutti noi.

Lucia, 12 anni, scrive: In mezzo a tutta quella povertà e in quelle condizioni impossibili, la casa dei bambini è bellissima. Sono rimasta molto colpita da come questi bambini obbediscano e da quanto abbiano voglia di migliorare: in classe sono molto attenti, rispettano le regole e si aiutano a vicenda. Inoltre, sono molto bravi a ballare: hanno il ritmo nel sangue. Grazie infinite di tutto.

Con affetto,

Cecilia