Cari amici,

qui è inverno e fa molto freddo, contrariamente all’Italia, dove ora è estate.

All’inizio di giugno abbiamo dato ai nostri piccoli dei vestiti invernali. A questo proposito vorrei cogliere l’occasione per esprimere il più sentito ringraziamento a tutti coloro che regolarmente raccolgono vestiti e scarpe da destinare al nostro Centro d’accoglienza per bambini bisognosi.

Ci sono voluti tre giorni per distribuire ad ogni bambino: 2 paia di mutandine, 2 magliette, 1 tuta felpata o 1 pantalone, 1 golf di lana, 1 giacca, 1 cappellino di lana ed 1 paio di scarpe. La maggior parte dei nostri bambini non sono ancora in grado di vestirsi da soli, ma lentamente imparano e fanno progressi.

Questo “evento”, che si ripete tre volte all’anno, è diventato ormai una sorta di festa per i bambini. A due a due si dirigono al nostro “guardaroba”, che ai loro occhi sembra un grande negozio d’abbigliamento incantato: lì talvolta i loro sguardi fissano un certo paio di scarpe o una giacca che desiderano ardentemente, sperando con tutto il cuore che sia della loro taglia. Lascio scegliere direttamente a loro, ma non sempre è possibile accontentare tutti. Fortunatamente i nostri piccoli ospiti non sono né difficili né viziati, anzi gioiscono di qualsiasi cosa ricevuta in dono e mi ringraziano sempre così: “Dankie Ouma!”, che significa: “Grazie nonna!”. Quando poi escono dal “negozio”, i bambini si specchiano soddisfatti nel vetro della finestra e varcano la porta della loro classe a testa alta e pieni d’orgoglio, per confrontare i loro vestiti nuovi con quelli dei compagni. A vederli così mi fanno sempre tanta tenerezza.

Nel frattempo i bimbi più sporchi, che io chiamo affettuosamente “i miei piccoli porcellini” finiscono nella vasca da bagno, pronti per quella che per loro è diventata ormai un’abitudine piacevole e giocosa.

Grazie ad un medico italiano che ci ha procurato un’ingente quantitativo di vitamine, siamo inoltre riusciti a prevenire i tipici malanni invernali dovuti al freddo. Tuttavia, è necessario stare sempre all’erta, specialmente con i bambini sieropositivi o malati di AIDS: sono loro che mi preoccupano maggiormente, poiché una tosse trascurata può avere conseguenze molto serie.

Al momento ci prendiamo cura di 100 bambini, quattro dei quali sono sieropositivi e ricevono il trattamento antiretrovirale. Purtroppo ho il sospetto che altri 4-5 bambini siano malati, ma secondo la legge non posso sottoporli al test dell’HIV senza il permesso della loro famiglia (naturale o affidataria). Sto lottando con tutta la mia forza per ottenerlo e non lascerò perdere finché non l’avrò ottenuto!

Ulteriori, dettagliate informazioni sulla diffusione di HIV e AIDS in Botswana sono visionabili nella sezione del nostro sito “Il centro in Botswana”.

Con grande affetto,

Cecilia, Kgamse, Mattew, Davide, Johannes, Joseph, Henry, Peo, Kabo, Mpona, etc..