Cari sostenitori,

dopo le vacanze natalizie i nostri bambini sono ritornati dai loro villaggi sani e salvi, in buone condizioni di salute e abbastanza puliti. Questo è un grande progresso anche da parte dalle loro famiglie.
Solo una bambina non stava bene: era dimagrita molto, era anemica ed il cuoio capelluto era pieno di croste infettate. Lei è orfana e purtroppo abbandonata a se stessa. Ora, per fortuna, sta meglio.

A gennaio è iniziato il nuovo anno scolastico. Si sono presentati tanti bambini nuovi, ed io non potevo accettarli tutti. Grazie alla Fondazione “Aiutare i bambini” di Milano, che ci ha donato un secondo pulmino, abbiamo potuto accogliere tanti bambini in più. In tutto sono adesso 56. La maggior parte arriva da D’kar e dintorni. Sono tutti bambini orfani o bambini poverissimi e bisognosi.

La prima cosa urgente da fare è la doccia, con un controllo molto accurato della pelle, ma soprattutto del cuoio capelluto, per via di funghi, punture d’insetti infettati etc. Poi, uno dopo l’altro, nel guardaroba: 2 set di vestiti ed un paio di scarpe per ognuno. Se è possibile faccio scegliere a loro. Questo “rito” si ripete tre volte all’anno ed è per i bambini una gioia incredibile; per me, invece, una fatica enorme. Il nostro “stock” di vestiti e scarpe si è ridotto notevolmente. Tutti i vestiti e le scarpe sono donazioni dall’Italia e dalla Svizzera. A tutti quelli che raccolgono vestiario, mille grazie.

Non è un’impresa facile far compilare ai famigliari i moduli d’iscrizione per l’asilo. Assieme con Sarah, la maestra, che parla diverse lingue e dialetti locali, abbiamo girato per i villaggi per ben tre giorni. Prima sono voluta andare in macchina, ma dopo due gomme a terra ho deciso che era meglio andare a piedi. Sotto un sole che non perdona e con le infradito ai piedi (perchè fa troppo caldo per le scarpe chiuse), abbiamo iniziato il nostro “pellegrinaggio”. Passando per mille sentieri pieni di sassi e piante spinose, sulla sabbia rovente, siamo andate a visitare famiglia dopo famiglia. Ma la questione si faceva abbastanza difficile: chi non era in casa, chi c’era, ma ubriaca, e chi continuava a chiacchierare e non voleva più lasciarci andare. In genere le persone si mostrano gentili, ospitali e riconoscenti. Un altro problema è l’ortografia dei nomi. Il nome Tsiqa, per esempio, si può scrivere in diversi modi: Tsixma, Tsic’gma, e senza dubbio esistono ancora tante altre varianti. Per loro non ha importanza, sempre loro figlio è, ma per me è un vero casino. Alla fine siamo tornate a casa con i moduli compilati ed i piedi bollenti e pieni di spine.

Abbiamo comprato delle divise scolastiche, così durante il soggiorno da noi i bimbi sono puliti ed abbiamo il tempo di lavare e far asciugare i panni sporchi con i quali alcuni dei nostri piccoli si presentano la mattina. Tutti portano pantaloncini color kaki, magliette rosse per le bambine e blu per i ragazzi.

Abbiamo diviso i bambini in due classi: i più grandini, che dovranno fare la scuola elementare l’anno prossimo, frequentano la scuola materna, mentre i più piccoli vanno all’asilo nido.
Durante il primo trimestre i bambini devono imparare le cose elementari: andare in bagno, lavare le mani, spazzolare i denti, vestirsi, chiudere bottoni e cerniere, allacciare le scarpe, tenere in mano una matita o un cucchiaino, etc. Disegnano, colorano, fanno dei lavoretti con il pongo ed imparano ad usare le forbicine.

Le maestre raccontano delle piccole storie illustrate ed insegnano loro parole e semplici frasi in inglese: “Mi chiamo Dabe….. Mi alzo…Mi siedo…Ho fame…” etc. L’ altro giorno ho osservato la nostra piccola Ruta mentre stava facendo i suoi bisogni in mezzo al nostro bellissimo prato. Ripeteva la frase che aveva imparato: “I am going to the toilet!!!!” (vado in bagno).

Metà della mattinata la trascorrono fuori nel nostro piccolo parco giochi: giocano, ballano, cantano, giocano a calcio o fanno ginnastica. Una volta alla settimana porto i più grandi (e una delle mamme o zie) in una piscina vicina. Questo è, sia per i piccoli che per i grandi, il divertimento più grande in assoluto. L’ ultima volta Tentu mi diceva che era preoccupatissimo per Rasha, una delle nostre mamme, che pesa fra i 90 e 100 kg.: “Ouma, tu come fai a salvare Rasha se sta per annegare? Tu non sei abbastanza forte e noi non possiamo aiutarti !”

I quattro più grandi fra i ragazzi residenti frequentano la scuola elementare a D’kar. Annah, Katherina e Tentu sono stati promossi in seconda, Joe deve ripetere. Lui è un bambino ipercinetico, sempre in movimento e con una totale mancanza di concentrazione.
Anni fa, quando i miei figli erano piccoli, non avevo tanta pazienza nell’aiutarli a fare i compiti. E adesso la mia pazienza viene messa a dura prova da Joe. Annah, invece, è stata nominata la migliore scolara della prima elementare e Tentu ha ricevuto un premio per buona condotta. Katherina potrebbe dare di più, ma è una pigrona.

I nostri piccoli mi danno grandi soddisfazioni. Tutti, chi più chi meno, fanno dei progressi. Naturalmente le preoccupazioni non mancano mai, c’ è sempre qualcosa che non va.

Il nostro progetto sta crescendo, il lavoro è tanto e voi siete indispensabili. Tanti bambini soffrono senza avere nessuna colpa, sono indifesi e vanno aiutati. Sono loro il futuro del mondo.

Vi mando un caloroso abbraccio!!

Cecilia