Scritto da Cecilia Lachat

Sono sempre stata mattiniera e lo sono tutt’ora. La mia amata e adorata nonna si alzava alle 4 del mattino ed essendo quasi sorda, faceva tanto rumore. Quando la sentivo, mi alzavo anch’io, mi piacevano questi momenti speciali sola con lei. Mi preparava il latte caldo, una fetta di pane con la marmellata e mi raccontava storie della sua vita.

Anch’ io sono in piedi tra le quattro e mezzo e le cinque della mattina. Sono contenta di alzarmi, contenta di star bene, contenta della nuova giornata. Stanotte le due civette sotto il mio tetto di paglia hanno fatto tanto chiasso mentre cacciavano e si sentiva il richiamo dei sc acalli.

Fuori è ancora buio. Sento i diversi versi degli gnu e degli waterbucks (antilopi d’acqua). È bellissimo! Verso le 6 l’orizzonte si illumina lentamente, il sole si sta alzando ed ha inizio un vero e proprio concerto di uccelli.

La temperatura è piacevole, la mia mente è limpida e sento una grande pace. Il mio caro cane Lea russa al mio fianco. Con una tazza di caffe e orzo mi metto al computer. Rispondo alle mail, scrivo le lettere per i sostegni a distanza e tant’altro. A quest’ora internet funziona che è una meraviglia!                                                                                                                                                                               Poi metto gli scarponi e parto con il bastone per la mia passeggiata. Mi allontano dal campo, percorro sempre lo stesso sentiero. Sono l’unica persona in giro a quest’ora, io e tanti animali. Fra le numerevoli impronte nella sabbia, di antilopi, zebre, uccelli, serpenti, ecc., si vedono anche le mie di ieri, dell’altro ieri, di giorni fa. Mi sembra di riconoscere anche quelle di un leopardo o un ghepardo, ma potrebbero appartenere a un iena o uno sciacallo, non sono esperta in impronte. Gli escrementi incomparabili dei rinoceronti mi dicono che stanotte sono passati anche loro. Vedo fra gli arbusti un branco di graziosi impala con le loro lunghe corna a spirale che mi guardano stupiti, poi l’impala sentinella lancia un segnale di allarme che mette in fuga l’intero branco. Saltano con leggerezza ed eleganza e scavalcano i cespugli; sfuggono, ma mi viene da pensare che saltano anche per semplice divertimento.

Mentre cammino i miei pensieri viaggiano! Vanno dai miei cari in Italia e in Svizzera e sento un piccolo tonfo al cuore. Mi mancano! Cerco di godermi questo momento di silenzio, la bellezza di questa natura selvatica e incontaminata, ma la mia testa si riempie pian, piano delle preoccupazioni di ieri: mi viene in mente Dabe con i suoi occhi tristissimi e la pancia gonfia per la malnutrizione. Avrà cenato ieri sera? L’assistente sociale avrà intrapreso qualcosa in merito? E Paolo dove andrà finire, ha perso entrambi i genitori? E cosa mi dirà il dottore oggi della Tbc di Gaone? Poi ci sono i “nostri” adolescenti che combinano poco niente a scuola, e così via. Mi faccio prendere dell’ansia!

Il mio amico prete mi dice sempre: “Tu non preghi abbastanza!”. “Ma come faccio a pregare che sono piena di dubbi!” “Tu prega lo stesso, anch’io alle volte ho dei dubbi, ma la preghiera mi aiuta, devi insistere!”.

Allora un giorno ho deciso di pregare. Quando arrivo alla grande acacia rivolgo i miei pensieri al cielo e glieli consegno. Mi sembra che mi dia sollievo, forse è soltanto un’idea, ma vado avanti con la preghiera.

Le fastidiose mosche mi giranzolano intorno ed il sole che picchia già a quest’ora, promette una giornata torrida!

Al ritorno mi godo la mia colazione a base di yogurth fatto in casa e una banana e poi mi reco con la mia macchina stravecchia sul mio accidentato sentiero verso la casa dei bambini. Sono molto affezzionata alla mia vecchia Rav, è piena di acciacchi come me, ma mi porta sempre a destinazione.

Un grosso orice grigio-marrone attraversa la strada. Ha delle stirature nere che vanno dal muso fino alle narici e passano intorno agli occhi. La parte inferiore del muso è bianca, sembra che porti una maschera. Da lontano vedo la coda lunga e folta di uno sciacallo sparire nella boscaglia.

I bambini si trovano al parco giochi e si divertono con la palla. Hanno già fatto colazione a base di porridge fatto con il latte. Quando sentono la mia macchina arrivare urlano a squarcia gola: Dumela Ouma!

Prima di andare in ufficio passo in cucina. Maria sta pulendo e Rutha sta preparando l’impasto per i panini per la merenda. Sul fuoco, in un pentolone enorme cuoce la carne per il pranzo. Tentu porta dall’orto un grosso cesto di spinaci. Grazie a Daniele Mistrangelo (agronomo, volontario) ed i nostri ragazzi che lavorano nell’orto, abbiamo una produzione propria di tante verdure. Una grande soddisfazione e un notevole risparmio!

Fortunatamente non devo più passare molto tempo in ufficio. Il management locale è adesso nelle mani di Charlcie (mia nuora) che è bravissima, molto meglio di me. Il nostro nuovo presidente è il Dr. Giancarlo Fontana, primario all’ospedale San Carlo di Milano. Per diverse ragioni è necessario che il nostro presidente sia in Italia e Giancarlo gentilmente ha accetato questo incarico. Manuela, mia figlia, è vicepresidente. Per le incombenze in Italia ci pensa Anna Re che ci è di grandissimo aiuto e che dà un importante contributo al buon funzionamento della nostra associazione. La contabilità è gestita sempre da Andreas (mio figlio). Margreth e Urs (mia sorella e mio cognato) seguono le diverse mansioni in lingua tedesca. Giulia El Dardiry traduce le mie lettere in inglese. Daria Costantini, Marco Cesarini, Vincenzo Cesarini, Anna Re Federico Moranzoni, Alessandra Brignoli, Caterina Vitali sono i nostri validi consiglieri. GRAZIE a tutti quanti, siete preziosissimi!

Nel frattempo i bambini si sono radunati in semicerchio davanti alla scuola. Cantano e dicono una preghiera. La maestra invita: “Fold your arms and close your eyes” (Braccia conserte e chiudete gli occhi)! Dicono la preghiera con fervore. Stanno lì, pensierosi e mi scappa da ridere perchè alcuni bimbi mi osservano, un occhio aperto e l’altro chiuso. Sono adorabili i “nostri”piccoli, che Dio li protegga! Guardo i bimbi e le maestre, voglio tanto bene a tutti loro, mi danno un senso di appartenenza.

Sono le ore 9. Prima dell’inizio delle lezioni aspettano tutti in fila indiana il loro turno per andare in bagno. Poi ognuno nella propria classe! Avranno lavato le mani? Nella classe C, dove si trovano i piú piccoli (3-4 anni), modellano col pongo degli animali. Più tardi, sull’orario scolastico è scritto: imparare ad abbottonare i vestiti e poi raccontare storie. Quando entro in classe interrompono qualsiasi attività e mi assalgono. Chi mi mette le manine nei capelli, chi mi da dei gran baci, chi vuole battere un cinque e chi semplicemente desidera una carezza. Mi siedo per terra e lascio fare, hanno bisogno di contatto fisico e affetto. Evidentmente a casa loro non ne ricevono o ne ricevono poco.

Vado nella classe B (bambini di 4-5 anni). La maestra ha ripreso il libro del giorno prima, una storia sugli animali. Sono tutti seduti per terra in un cerchio, sono concentratissimi. In mezzo al cerchio hanno messo tanti animali-gioccatolo. Imparano i loro nomi, il colore, il verso che fanno. Sono animali domestici o selvatici, sono grandi o piccoli? Cosa mangiano? Dove vivono? Oggi la maestra che tiene la lezione parla in setswana, la sua assistente traduce in inglese e naro (lingua dei boscimani). Sono brave le nostre maestre, hanno avuto una buona preparazione.

Nella classe A (bambini di 5-6 anni) non si sente volare una mosca. Sono seduti ai loro tavolini, chinati sui loro quaderni, la matita rigidamente fra le dita e scrivono le lettere V e W. Vengono preparati per la scuola elementare. Lebogo mi mostra con orgoglio il suo quaderno, le sue V sono perfette. Khase calca così forte che buca la pagina ed ha le gocce di sudore sulla fronte. Le V di Cukury non stanno nella riga vanno in su ed in giù e il timido Tentu mi guarda con due occhi che chiedono aiuto: il suo quaderno è ancora vuoto. La maestra viene in soccorso. La “nostra”sempre originale Licia dopo 3 righe di V si è stufata ed ha fatto un disegno con uccelli a forma di V!

Suona il campanellino per l’intervallo. I bambini si affrettano con esuberante energia a mettersi in fila indiana per lavarsi le mani. Sotto un albero è piazzato un grosso mastello e da un ramo pende un pezzo di sapone in una retina. La maestra tiene il tubo dell’acqua e sorveglia l’operazione. Con gusto e in grande silenzio mangiano il panino e bevono il Rooibos (infuso locale), poi via a giocare. Un gruppetto gioca a pallone, un altro si diverte con le funi e altri si esercitano con gli hula hoop. Nel cortile regna una buona energia e tanta allegria.

3 mamme dei “nostri” bambini lavorano nel progetto donne “Basadi Bothagka”(donne indipendenti e diligenti). Imparano a cucire prima sulla macchina a pedale per poi passare orgogliose alla macchina elettrica. Confezionano grembiuli, borse, porta bottiglie, porta gioielli, ecc., che venderemo qui in Botswana, in Italia ed in Svizzera. Imparano anche a cucire vestiti semplici per loro ed i loro figli.                                                                                                                                                                                                            Ivy Ivy sta con noi da diversi anni, ma ancora fa fatica a cucire diritto ed i bottoni non corrispondono quasi mai agli occhielli. Sono molto affezzionata a lei anche se a volte mi fa perdere la pazienza.

Coro lavora sempre con premura, di conseguenza manca di precisione. Spesso deve disfare il lavoro! In questo periodo è disperata, perchè aspetta un altro bambino. Mi ha confessato che il bimbo è stato concepito in stato di ebrezza. Lei conosce il padre ma lui non riconosce il figlio, è sparito dalla circolazione.

D’kau ha le mani d’oro. Mostra di avere grandi capacità e mi è di grande aiuto. Ogni mattina arriva con la sua piccola Bofelo (l’ultima nata) sulla schiena e si mette a cucire. La bambina è tranqilla, dolce e bravissima, non si può che volerle bene. Quando ha fame, la sua mamma si mette per terra sul materassino e la allatta. È tutto così naturale e semplice. Altre due donne sono autosufficenti e lavorano nel villaggio. Il progetto “Basadi Bothagka” permette loro di guadagnare un po’ di soldi per aiutare le loro famiglie.

Le lezioni continuano fino alle 13. Poi con sollievo e grande chiasso i bambini si precipitano fuori dalle classi, si lavano le mani per poi sedersi in un cerchio all’ombra sotto un grande albero. Piú di 100 piatti sono stati riempiti con Pap (polenta bianca) un pezzettino di carne e dell’insalata di cavolo. Tante diverse spezie rendono il cibo molto gustoso. Uno dopo l’altro ognuno va a prendere il suo piatto. Mangiano tutti con grande appetito, in silenzio, non avanza una briciola. Se non sono sazi possono chiedere il bis. Poi c’è il turno del personale. I loro piatti sono stracolmi di cibo. Le nostre lezioni su una corretta alimentazione servono a poco o niente.Tutti loro, da bambini hanno sofferto la fame e adesso mangiano a dismisura!

Terminato il pranzo bambini e maestre si sdraiano su un apposito tappeto nelle classi e fanno la pennichella. D’inverno, quando fa freddo, si coprono con le coperte fatte a maglia da tante brave donne in Italia e in Svizzera. Tutti, senza eccezioni, dormono profondamente fino circa alle ore 15.

Poi fuori a giocare. La merenda consiste in una mela o una pera. Alle ore 16.30 lo scuolabus li porta a casa a D’kar.

Bye bye bambini, a domani!

Se non ho niente d’urgente da fare nel villaggio come per esempio: visitare un bambino malato, consultare un insegnante o informarmi dai genitori o parenti del motivo dell’assenza del loro bimbo da scuola, vado a casa dopo pranzo. Adoro la “mia” strada in mezzo alla boscaglia, mi mette di buon umore. Ogni giorno la scena è diversa e diventa per me una straordinaria gita nell’arida savana. Succede che non incontro nessun animale, ma oggi sono fortuanta. Prima di tutto trovo una splendida e grande tartaruga in mezzo al sentiero. Mi fermo e la sposto nel “bush”. Poi da lontano vedo spiccare dietro gli arbusti otto lunghi colli, le giraffe sono tornate nella nostra zona. Mi avvicino lentamente, loro non si muovono ed io posso contemplare la loro maestosa bellezza ed eleganza. Oggi la temperatura è salita a 40 gradi. Un gruppo di kudu ha trovato un posticino ombreggiato sotto un grande albero. Aspettano con pazienza che le ore serali portino un po’di fresco.

Lo spero anch’io! Il caldo mi stanca molto e arrivata a casa faccio un riposino.

Prima di dare un prezzo e esporre nel negozietto i manufatti delle nostre donne del “Bosadi Bothagka”, devo controllare pezzo per pezzo. Ad un grembiule manca un bottone, la tasca della borsa della spesa è messa storta, ma la maggior parte delle cose vanno bene. Sono soddisfatta delle “mie”donne, stanno facendo progressi. Poi mi metto a tagliare borse porta bottiglie. Sono fatte di diverse piccole parti e le donne hanno paura di sbagliare e di sprecare stoffa. Gradualmente, con pazienza, impareranno come fare.

Se posso, finisco la mia giornata di lavoro alle ore 18. Rimane un’ora per continuare a confezionare le divise nuove per le nostre cuoche.

Per il tramonto ci sediamo a prendere un aperitivo davanti al laghetto (che nella stagione secca si riduce ad essere una pozza!). La luce si riflette sull’acqua e dipinge una lunga scia di un rosso fuoco. Il sole tinge il cielo di varie sfumature: rosa, lilla, viola rosso, giallo e arancione. Gli waterbucks, gli gnu ed altri animali che sono venuti a bere si riflettono nell’acqua simile ad uno specchio. Ogni sera quello spettacolo divino appare diverso, mi stupisco e mi emoziono sempre di nuovo. Tutto è una grande meraviglia, sono piena di ammirazione e ho la sensazione di essere molto piccola, ma abbastanza importante per fare parte di questa terra, la Madre Africa. Mi piace cucinare anche per Andreas e Charlcie. Ceniamo in compagnia ed io mangio regolarmente un pasto caldo. Guardo il TG1 (Rai International) o il telegiornale della BBC, ma più delle volte spengo a metà, preferisco un buon libro al posto delle irritanti informazioni politiche e tristissime tragedie mondiali.

Dal mio balcone mi godo per alcuni minuti il fresco della serata e contemplo l’incantevole cielo stellato e penso ai miei cari lassù. Vado a letto presto e crollo immediatamente in un sonno profondo.

Ogni sera, quando vado a dormire, io muoio. E la mattina dopo, quando mi sveglio, sono rinato (Mahatma Gandhi)

Volontariato e eventi a favore di MosaicoEuroafricano

Daniele Mistrangelo, agronomo,si era messo a disposizione a coltivare un orto per la nostra casa dei bambini. Daniele è rimasto da noi quattro mesi ed ha fatto un grandissimo lavoro, insegnando anche al nostro personale locale che continuano a seguire l’orto. Abbiamo conosciuto Daniele tramite una trasmissione di Licia Colo.Grazie Daniele ,sei bravissimio, sei un amico.

Anna Re e Ingrid Stocker sono venuti da noi per aiutarci in mille modi: misurare e provare vestiti e scarpe per 90 bambini,imballare i regali per Natale,scrivere notizie, riordinare il guardaroba, etc. Siamo molto riconoscenti per il loro aiuto e siamo stati benissmo assieme.

Anna ha organizzato a Milano il terzo torneo di calcio Kids 4 Kids.E’stato un grande successo.Grazie a Anna,MGM calcio bimbi, le loro famiglie e tutti gli amici di MEA.

Daniele Mistrangelo e la sua mamma Nadia hanno messo in piedi con grande risultanza un apericena benefico a Cavi di Lavagna.Grazie a loro due, ai loro parenti e amici ed a tutti gli organizzatori della grande festa, è stata una bellissima,cospicua serata.

A Novembre,con grande successo ha avuto luogo il nostro abituale pranzo di Beneficenza al Ristorante Lago dei Salici a Cassano Valcuvia. E’sempre un pomeriggio piacevole e un ritrovo di amici e conoscenti. Grazie agli organizzatori del evento: Manuela, Anna,Giancarlo, Daria, Carla, Marco e Sergio e tanti altri. Un ringraziamento anche ai proprietari del ristorante per la loro disponibilità e generosità e a tutto il personale ed i partecipanti della festa.

Di cuore auguro a tutti voi un buon Natale e serenità e pace per l’anno nuovo. Grazie di esserci!

Cecilia